Heidi TV Color

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Heidi è un romanzo della scrittrice svizzera Johanna Spyri e pubblicato tra il 1880 e il 1881, inizialmente in due tomi separati e poi in seguito uniti in un unico volume. Ambientato fra la Svizzera e la Germania, nella medesima epoca del romanzo, Heidi è considerato uno dei libri più letti e tradotti al mondo: ne sono state realizzate diverse trasposizioni cinematografiche, compreso il notissimo cartone animato che noi tutti ricordiamo ancora oggi.

La storia di Heidi racconta di una piccola bambina orfana allevata dal nonno sulle montagne svizzere tra caprette al pascolo e cibi genuini. A otto anni si trasferisce a Francoforte dove impara a leggere e scrivere, dove scopre il mondo industrializzato e dove conosce Clara, una bambina sulla sedia a rotelle che da quel momento l’accompagnerà per il resto della storia.

La serie animata, prodotta nel 1974 dalla tedesca Taurus Film BMBH e realizzata dallo studio di animazione giapponese Zuiyo Eizo (poi divenuto Nippon Animation) con i disegni di Hayao Miyazaki e la regia di Isao Takahata, venne trasmessa in Italia per la prima volta su Rai 1 nel febbraio del 1978. Visto il grandissimo successo della serie, negli anni verrà replicata frequentemente. La versione italiana vanta anche la celebre sigla scritta da Franco Migliacci e cantata da Elisabetta Viviani: un successo incredibile che porterà per la prima volta una sigla di un cartone animato nelle classifiche discografiche.

Il TV Color, prodotto dalla Sacis Roma, è uno dei tantissimi giochi e gadget inspirati ad Heidi prodotti a partire dagli anni Settanta. Si può trovare ancora oggi in buono stato di conservazione nei principali mercatini online anche se il cartone utilizzato per fabbricarlo è soggetto a deperimento e a pieghe se mal riposto. Il gioco è infatti quasi interamente fabbricato in cartone, per l’esattezza in cartoncino ondulato: in pratica un “sandwich” composto da due fogli di cartone piano stampati a colori (dette copertine) e uno di cartone ondulato inserito al loro interno, il tutto tenuto insieme dalla colla. Con il tempo, e l’umidità, questa colla si secca smontando di fatto il nostro televisore.

In effetti, vista la forma e l’utilizzo, si tratta proprio di un piccolo televisore giocattolo: all’interno è possibile trovare l’alloggiamento (sempre in cartone) per quattro pile “mezze torce” da 1,5v che permettono, attraverso dei cavetti, di accendere con un interruttore una piccola lampadina. Questa, attraverso una coppia di lenti cilindriche tenute insieme da un tubo sempre di cartone, permette di proiettare sullo schermo bianco in plastica le immagini stampate sulle due strisce di plastica fornite in dotazione da inserire ai lati dell’apparecchio stesso. Per mettere a fuoco le immagini è sufficiente spostare il cilindro porta lenti di qualche millimetro, allontanandolo o meno dalla pellicola: lo stesso infatti è “incastrato” in un foro su un cartoncino posto all’interno della scatola del televisore.

L’effetto che si ottiene è molto bello e non fatichiamo ad immaginare lo stupore dei bambini dell’epoca che guardavano quelle splendide immagini a colori.

Il prodotto venne realizzato su licenza concessa nel 1977 dalla Taurus Film alla Sacis Roma, Società per Azioni Commerciale Iniziative Spettacolo Spa, che era la concessionaria per la commercializzazione dei prodotti della Rai. Una curiosità: sul gioco appare unicamente il numero di brevetto (Patent pending n.151134) ma non l’azienda produttrice e la licenziataria che vengono citate unicamente su una sorta di fotografia a colori (anche sfuocata) incollata sul retro del gioco.

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