Amiga 1200

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Per molte persone i computer vintage sono macchine tecnologiche obsolete solo per vecchi appassionati. Per gli appassionati della cultura vintage sono invece computer, macchine da gioco che hanno accompagnato e divertito intere generazioni tanto da diventare oggetti cult. Oggi possiamo parlare di “commodoriani” o “atariani” per dimostrare come certi prodotti siano diventati una filosofia di vita per molte persone.

Negli anni Ottanta la Commodore puntò sui videogiochi per vendere milioni di macchine in tutto il mondo, partendo dal mitico Vic 20 e passando per il glorioso Commodore 64 fino ad arrivare alla linea Amiga composta da vari modelli: A500, A500+, A600, A1200, Amiga CD32 e Amiga CDTV. Senza dimenticare i modelli più “professionali” A1000, A2000, A3000 e A4000 con le loro varie versioni.

Alcuni addetti ai lavori potrebbero addirittura definirli come le console del nostro recente passato: sicuramente possiamo affermare come le console moderne siano nate dalle ceneri di questi avveniristici prodotti.

Nelle foto un Commodore Amiga 1200 appena restaurato nel nostro laboratorio. Sono stati lavati la scocca e i componenti interni, sono stati riparati alcuni collegamenti interni risultati rotti e ripristinato il tasto destro del mouse.

E’ sempre un piacere apprezzare la tecnologia che queste macchine nascondono al loro interno, tanto avveniristiche che potevano, su macchine particolarmente spinte, emulare senza difficoltà i computer DOS e Apple.

L’Amiga 1200 fu lanciato sul mercato nel 1992 e commercializzato fino al 1996. Come i suoi predecessori A500, A500+ e A600 – il 1200 si componeva di un case monoblocco con tastiera e floppy disk drive integrati. L’alimentatore era sempre esterno. Come per l’Amiga 600, l’Amiga 1200 permetteva l’installazione di un hard disk da 2,5 pollici interno per l’installazione del sistema operativo e di eventuali programmi che comunque potevano essere lanciati inserendo il disco di avvio nel lettore floppy interno. Questo stratagemma aveva indotto molti utenti a considerare questi computer al pari di una console di gioco e i floppy disk come delle cartucce. L’hardware all’interno sfruttava però diversi processori, ognuno dei quali dedicato ad un compito diverso (grafica, suono, I/O eccetera) tanto da poter gestire applicazioni in multitasking. Questa miscela esplosiva aveva decretato l’enorme successo di Amiga visto anche l’enorme mole di software ludico prodotto negli anni.

Nella foto qui sopra, l’avveniristico software di grafica Deluxe Paint IV e in particolare un disegno realizzato 25 anni fa e ancora memorizzato su un floppy disk da 3″ 1/2. Perché giocando si imparava.

A titolo informativo, l’ultimo intervento di restauro sul computer è stato lo sbiancamento di alcuni tasti ingialliti della tastiera e parte dell’involucro dell’alimentatore applicando la tecnica detta di retrobright.

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